In un’antologia di gialli brevi, che fa venire l’acquolina in bocca gia nel titolo, un racconto, firmato Gaetano Savatteri e ambientato a Makari, in Sicilia – si pensa alla nostra amata carbonara… in una versione davvero unica!
La carbonara, come sappiamo, è presente non solo nei libri e nelle riviste di cucina, ma in tantissimi film, trasmissioni e serie televisive, sempre documentati nel nostro Archivio-Museo Virtuale della Carbonara… ma non è finita qui: tante citazioni (e, a volte, pure qualcosa in più) sono apparse anche nei libri, in romanzi, saggi, addirittura gialli…
E se probabilmente la palma della notorietà letteraria va attribuita ad una citazione firmata Alberto Moravia – che introduce la carbonara nel racconto Il pensatore (poi parte della raccolta pubblicata nel volume Racconti romani) – vecchia di settant’anni, nel tempo sono apparsi diversi libri in cui il piatto si è fatto notare, o meglio leggere…
Per arrivare ai giorni nostri o quasi, veniamo ad un simpatico volumetto edito da Sellerio nel 2023, dal titolo che dice tutto o quasi: Cucina in giallo. In effetti, si tratta di una sorta antologia di racconti gialli, in formato breve, ambientati in un contesto “godurioso”, fra ristoranti e chef, nouvelle cuisine e piatti della tradizione. Otto diverse storie, firmate da noti ed apprezzati specialisti del settore: in ordine alfabetico, troviamo Alicia Giménez-Bartlett, Marco Malvaldi, Antonio Manzini, Santo Piazzese, Francesco Recami, Alessandro Robecchi, Gaetano Savatteri, Simona Tanzini.
In altre parole, gli appassionati di gialli ritroveranno personaggi familiari a cui si sono affezionati (anche magari grazie alla realizzazione di serie televisive), come gli arzilli, irresistibili vecchietti del Barlume o il brusco ma abile vicequestore Rocco Schiavone.
E proprio uno dei personaggi più amati dal pubblico, negli ultimi anni anche successo televisivo, ha qualcosa da dire sulla carbonara nel racconto Le stelle non vogliono saperne di Gaetano Savatteri. Ci riferiamo al personaggio di Saverio Lamanna – lo scrittore con la tendenza a risolvere casi polizieschi, portato sullo schermo da Claudio Gioè – che ad un certo punto del racconto si reca in un ristorante di Màkari in compagnia della fidanzata Suleima e dell’amico Piccionello. Anzi, è proprio quest’ultimo ad invitare la coppia presso un locale stellato, a sua volta ospite essendo cugino della chef Dafne.
Ad un certo punto, Lamanna decide di studiare il menu, un’esperienza che in qualche modo viene descritta segnalando come sia più semplice capire il Joyce di Finnegan’s Wake in inglese… In particolare, continua Lamanna, “(…) Non c’e una sola cosa che mi torni: i polipetti sono in succo di carote, la pasta con carbonara di triglia, la quaglia laccata al mosto bianco (…)”.
Guardando nel nostro Archivio-Museo Virtuale della Carbonara, nella sezione ricette, abbiamo trovato varie carbonare (o meglio, carbonaltre) in varianti marinare, con il salmone, il pesce spada, i gamberi, i calamari, la trota salmonata ed altro ancora… ma la pasta con carbonara di triglia non l’abbiamo mai incontrata.