Un corto di Maccio Capatonda trasmesso durante la prima puntata del Gialappa Show pone l’accento sulle opinioni divergenti in tema “ingredienti” per la carbonara… con un finale a sorpresa!
Gli italiani, si sa, oggi sono tutti chef, esperti di cucina e soprattutto difensori a spada tratta della “loro” carbonara. Diciamo “loro” perché, giova ricordarlo, anche se abbiamo scritto 1000 volte che NON esiste una ricetta ufficiale, autentica, vera, della carbonara, che non c’è alcuna prova scritta che possa suffragare quanto oggi ritenuto “giusto”, continuano ad esserci assurdi attacchi degli irriducibili del web (sic!) contro chiunque osi suggerire preparazioni differenti.
La miopìa degli haters, del resto, è arrivata al punto di minacciare di morte (!) lo studioso Luca Cesari per aver osato proporre “tel quel” la ricetta come nella prima pubblicazione di cui si ha certezza (La Cucina Italiana dell’agosto 1954, di fatto 70 anni fa), che indicava fra gli altri ingredienti aglio e fontina.
A nostro avviso tale riproposta aveva una grande valenza storica, ma cosa volete che importi di questo a chi ama passare il tempo a criticare gli altri anziché a cucinare una carbonara – nella maniera che preferisce – per le persone a cui vuole bene?
Così, insieme alle critiche, sono apparsi nel tempo una serie di articoli, video ed altro, in cui in sostanza chi faceva la carbonara con la panna era additato come l’idiota del villaggio, diciamo così (peraltro dimenticando che un autorevole fautore della panna era Gualtiero Marchesi, ma questa è un’altra storia).
Chi ci segue da tempo, sa quale è la nostra posizione di Carbonauti ®: anche se la carbonara tout court è il nostro piatto preferito, siamo aperti ad ogni esperienza a tavola, amiamo le scoperte, adoriamo stupirci con tutto quello che è insolito e curioso (che spesso fa rima con gustoso…).
In sostanza, come il presidente del Carbonara Club ha dichiarato nell’intervista di backstage a margine dello short movie Le avventure di Mr Food & Mrs Wine, non c’è troppo da discutere su ingredienti e preparazione, perché “Il segreto della carbonara è cucinarla con amore e condividerla con gli amici più cari”. Tutto qui!.
Quindi, nessuna prevenzione per “varianti & prototipi” (spesso peraltro determinati inevitabilmente dall’evoluzione della società e di conseguenza anche dei gusti a tavola), per una carbonara sui generis che, per non far torto a nessuno, abbiamo deciso di definire con il nome di Carbonaltra ®.
In questo mare di movimento “pro pecorino”, “pro guanciale”, e simili (al quale peraltro ci siamo adeguati, per esigenze di narrazione legata al periodo storico – contemporaneo – descritto, per la sceneggiatura del nostro short movie Le avventure di Mr Food & Mrs Wine) qualcosa ha finalmente iniziato a muoversi in direzione contraria. Ci riferiamo alla riabilitazione della carbonara “sbagliata” (cioè sostanzialmente con uova leggermente cotte, pancetta e parmigiano) come in uso vari decenni fa, ma anche in periodi meno lontani, ed altre interpretazioni alternative…
Il fronte è stato rotto dalla nota ed apprezzata “chef televisiva” Benedetta Rossi, qualche mese fa che – proprio per evitare discussioni – ha presentato quella che ha definito “La mia carbonara sbagliata”. Di questa vicenda abbiamo parlato qui.
Più recentemente, abbiamo poi presentato (qui) l’evento “Carbonara galeotta” organizzato da Eggs Milano, raccontato come “Una giornata particolare, che vuole uscire dalla retorica della carbonara perfetta, della ricetta tradizionale, della triade intoccabile uovo-guanciale-pecorino”. Anzi, come si leggeva nella presentazione, il tutto voleva costituire in qualche modo, “(…) un movimento di liberazione nazionale della Carbonara dall’asfissiante gioco dei talebani della “vera” ricetta”.
Pochi giorni fa, un ennesimo segnale della rivolta che si sta diffondendo a macchia d’olio, nel nome della libertà di espressione (carbonara). Nel corso della prima puntata del Gialappa Show di questa stagione, infatti, è stato trasmesso un corto davvero insolito, segnalato come il ritorno dei trailer di Maccio Capatonda.
Nel video, Capatonda interpreta un professore universitario che ha un rapporto perfetto con i suoi studenti, al punto che organizza per i dottorandi un brindisi a casa sua. Al termine del quale invita i presenti a fermarsi per una carbonara, ma l’unica ad accettare è una ragazza.
Si passa poi al professore convocato dal rettore che lo accusa di aver fatto qualcosa, con il primo che si difende dicendo “Io non ho fatto niente”. Tornato a casa, il prof deve poi affrontare la moglie, che lo aggredisce con queste parole “Mi avevi promesso che non l’avresti più rifatto…”
E non è finita. Il giorno dopo, davanti al cancello di casa, il professore deve affrontare studenti e genitori, in particolare il padre della ragazza, inferocito. Alla fine è costretto ad ammettere che – mentre gli spettatori pensano a qualcosa nei confronti della ragazza – è vero, che lui ha usato la pancetta nella carbonara.
Sin qui, siamo in filmato del genere “no panna”, “no parmigiano”, “no pancetta”, ma, proprio in finale, il colpo da maestro, l’espressione verbale della rivolta degli sbagliati” (o giusti giusti?), nelle accorate parole del professore, che ammette di aver usato la pancetta nella carbonara. E al tempo stesso accusa gli accusatori, se ci perdonate l’espressione, di non aver la coscienza pulita, visto che “fino all’altro ieri mangiavate il tonno nella scatoletta, la pasta con la sottiletta… (…) Tutti chef… siete diventati tutti chef! (…). “ Fino alle ultime parole, che dicono tutto: “(…) e poi negli anni 80 la carbonara si faceva con l’uovo a frittata e lui lo sa [rivolto al padre della ragazza, ndr]… Eh tu lo sai che si faceva con l’uovo a frittata la carbonara… adesso vogliono la carbocrema!”
Qui il link al corto “Tutti chef” di Maccio Capatonda disponibile su YouTube
Per concludere, bravo agli artefici del video per aver trovato – in due minuti di durata complessiva – un modo simpatico ed efficace per trattare un tema vecchio e nuovo mandando un messaggio giusto.
PS- Per completezza di informazione, segnaliamo due pubblicazioni che nei fatti sono sulla nostra stessa lunghezza d’onda, ed hanno avuto il coraggio e la forza di andare contro l’opinione corrente.
Parliamo de La cucina Italiana, che già nel numero di settembre 2023 si presentava con una copertina “Macché tabù”, a significare la rottura di alcuni schemi, e la proposta della panna sulla carbonara… e di aprile 2024, il cui “strillo” principale è “Carbonara” sic et simpliciter, e che presenta all’interno diverse varianti, fra classica e moderna.
E parliamo anche de Il Gambero Rosso che, già nel luglio dello scorso anno esprimeva la sua opinione, che questo titolo riassume perfettamente (“A frittata o cremosa? La carbonara sbagliata di Benedetta Rossi è in realtà giustissima”) e che in questi giorni ha affrontato l’iniziativa di Capotonda con articolo dal titolo, anche in questo caso, più che esplicito “Maccio Capatonda e quel film sulla carbonara che potrebbe salvare la cucina italiana”.