La carbonara esisteva nell’anno Mille? No di certo. E se voi vi trovaste catapultati in quell’epoca in veste di re, la insegnereste ai vostri sudditi? Il bravo attore romano in questo film l’ha fatto…
Il Regno è una divertente commedia scritta e diretta da Francesco Fanuele e interpretata, tra gli altri, da Stefano Fresi e Max Tortora. Vi si narra la storia bizzarra di un autista dell’ATAC che eredita dal padre – sparito misteriosamente 30 anni prima – un presunto regno vicino Roma dove il tempo si è fermato e la gente vive ancora come se fosse nell’anno Mille. Il film è disponibile su DVD Fandango.
De Il Regno e la carbonara abbiamo già parlato qui; a richiesta di alcuni frequentatori di queso sito, riportiamo ora il dialogo esatto sul nostro piatto preferito, con gli screenshot relativi.
Dunque, in sostanza il nostro protagonista, assurto suo malgrado al trono, si diverte a mescolarsi con i suoi sudditi, regalando loro una serie di “perle” della vita moderna…
Non è poi una novità assoluta – vi ricordate Non ci resta che piangere? – ma il gioco funziona abbastanza bene e il film scorre piacevolmente, strappando anche qualche risata.
Quel che maggiormente ci interessa però è l’aspetto gastronomico di questa commistione tra passato e presente, re e volgo: dopo aver insegnato a una contadina come fare la gricia (“Un po’ di acqua di cottura, e si finisce la mantecatura…” afferma mentre fa saltare la pasta direttamente in padella su fuoco vivo, mentre si avvicina la ragazza: “No, no, fe’… ma che ci metti il miele?”, e dopo qualche istante “ma è ‘’na gricia! Dimme che c’entra er miele!” “No’” “No, ce va er pecorino!” “Er pecorino!” “Si, ma no con quelle mani, eh”).
Passa qualche altro istante e al minuto 38 circa Fresi, camminando in compagnia, interroga un’altra popolana, cui evidentemente aveva insegnato i segreti del nostro piatto preferito
“Giacinta, che ci metto nella carbonara, aglio o cipolla?”
“Aglio”, risponde lei
“Ah!”, fa lui con aria di rimprovero
“La Cipolla…”
“Ah!”
“Ma niente sire, manco il miele…”
“Brava, manco il miele!” (ingrediente che evidentemente nel Medioevo andava alla grande), chiosa lui.
