Una fiction di successo ci porta indietro di quasi mezzo secolo, ricordandoci che anche negli anni ’70 la carbonara era uno dei piatti più amati della cucina italiana…
Milano, anni ’70, mondo della moda… è questo il contesto raccontato nella recente serie televisiva Made in Italy, trasmessa da Canale 5. Una serie caratterizzata da successo, oggi disponibile su DVD Five Store, interpretata da diversi volti noti del cinema e della TV (come Margherita Buy, Valentina Carnelutti, Giuseppe Cederna, Marco Bocci, Ninni Bruschetta, Raoul Bova) ed altrettanti giovani emergenti.
In sostanza, gli otto episodi complessivi raccolti in quattro puntate raccontano nascita e primi passi della moda, appunto, ‘made in Italy’, narrati dall’interno della redazione di una rivista specializzata milanese.
In particolare, Made in Italy mostra gli esordi e le vicende personali e professionali che hanno portato la giovane protagonista (Irene Mastrangelo, interpretata da Greta Ferro) dalla scrittura dei primi articoli, all’iscrizione nell’albo dei giornalisti ed infine alla consacrazione del suo talento con la direzione della rivista di moda Appeal, nella quale aveva mosso i primi passi come apprendista. Interessante notare che, nel corso della terza puntata, la giovane protagonista si reca a Roma con la collega ed amica Monica Massimello (interpretata da Fiammetta Cicogna) per intervistare Valentino.
Per un errore, le due ragazze trovano alloggio – anziché in un classico albergo o pensione – presso un seminario di suore, e sono costrette a condividere vari momenti, fra cui i pasti, con quest’ultime.
A tavola tutte insieme, nel consumare un pasto frugale, Irene confessa all’amica che – prima della partenza – si era illusa di mangiare carbonara…
Questa citazione è interessante per vari motivi, ed in qualche modo costituisce un omaggio ai nostri tempi, nei quali la carbonara- come abbiamo dichiarato più volte – è stata sdoganata da piatto pesante, cafone, adatto a palati forti ed allenati, a icona della cucina, piatto gustoso tout court. E non solo: da piatto casalingo, da realizzare un po’ come si vuole, a ricetta ‘obbligata’, con ingredienti e preparazioni ben definiti (da chi, non si sa, a dire il vero, visto che tutte le ricette ‘storiche’ sono diverse da quella attualmente in auge).
E ancora, da piatto familiare, ‘casareccio’, a ispirazioni di varianti di carbonara realizzati da tutti i cuochi più famosi del mondo, a partire da Ferran Adrià.
Infine, da piatto locale, cucinato ed apprezzato solo nel Lazio ed altre aree del centro sud, a piatto nazionale, noto, diffuso ed apprezzato in tutta Italia , e da piatto adatto a ‘uomini veri’ a pietanza gradita anche al gentil sesso (che ha statisticamente sempre preferito la cacio e pepe, considerata ‘più leggera’ per l’assenza di pancetta (oggi guanciale). Le signore che si azzardavano a mangiare la carbonara, come ben ricorderà chi ha passato 40 e più anni, normalmente scartavano i cosiddetti ‘ciccetti’ o comunque li privavano della parte grassa.
Per tutti questi motivi, se torniamo all’epoca dell’ambientazione di Made in Italy, sembra poco verosimile (anche se non impossibile, a dire il vero) che una ragazza milanese ventenne, arrivata a Roma desiderasse davvero mangiare la carbonara…però la citazione ci rende felici lo stesso!