Carbonara, una, nessuna e centomila

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carbonara di fooduria.com

“Qualcuno sostiene che la carbonara sia l’anello di congiunzione tra la forchetta e Dio. (…)” Come non essere d’accordo? Sentite il parere di Fooduria

La carbonara, si sa, è una sola, da preparare in base ad una precisa ricetta. Anzi no, dato che tale ricetta ‘ufficiale’, nero su bianco, in effetti non esiste.

Del resto, si tratta ‘solamente’ di mescolare la pasta prescelta con un po’ di uova, di formaggio e di maiale, no?

No!  Anche basandosi sulla ricetta oggi più comunemente ritenuta ‘giusta’, infatti – e per fortuna – le diverse tecniche di applicazione dei vari passaggi, e il tocco personale del cuoco, fanno sì che le carbonare siano ‘una, nessuna e centomila!’ Ogni elemento (e momento) della preparazione si presta a piccole/grandi scelte. Pensiamo solo all’uovo. Ci si sbizzarrisce sul numero, sul ‘solo tuorlo’ oppure tuorlo più albume, sul modo di prepararle (bagnomaria, in padella a fuoco spento, direttamente nella terrina…) e via discorrendo.

Volete un’ennesima prova di preparazione uguale/diversa? Ecco come realizzano la carbonara Monica e Vito di Fooduria.com. Innanzitutto per il nome, che in qualche modo ci ricorda che il food è goduria, ovvero fooduria. E poi, per la presentazione che viene fatta del nostro piatto preferito. Sentite un po’.

“Qualcuno sostiene che la carbonara sia l’anello di congiunzione tra la forchetta e Dio. Beh, sì, quel qualcuno siamo noi: sarà il nostro amore smisurato per la Città Eterna o quello per il guanciale, ma a una carbonara ben fatta, il nostro cuore non saprà mai dire di no.”

Da notare che non stiamo parlando di romani, ma di baresi che apprezzano la capitale e questo piatto. Del resto, la carbonara piace in tutti i continenti, e in qualche modo sta sempre più diventando un collante gastronomico (se non ideologico) universale.

Lasciamo dunque la parola a Monica e Vito, con l’avvertenza che quanto esposto si riferisce ai pici alla carbonara, la cui foto è alla fine del testo; l’immagine in apertura invece, mostra una carbonara più tradizionale, sempre firmata dal magico duo. Al quale, con l’occasione, facciamo i nostri complimenti per la loro attività… in attesa di risentirli su questi schermi, magari con eventuali prossime varianti sul tema ‘carbonara’.

Dunque, la parola a Fooduria.

Se volete cimentarvi con la preparazione di questo piatto “povero”, ma ricchissimo di gusto, non semplice nonostante i pochi ingredienti che prevede, noi vi suggeriamo la nostra ricetta e i consigli per prepararla passo passo, fino all’opera d’arte finale.

pici alla carbonara di fooduria.com

P. S. Quelli in foto sono pici senesi e sono stati davvero una scelta azzeccata.

Ingredienti (per 2 persone):

– 240 g di pasta (in questo caso abbiamo usato, appunto i pici senesi)
– 3 uova (di cui 2 tuorli e uno intero)
– 60 g di pecorino
– 40 g di parmigiano
– 140 g di guanciale (almeno 70g a testa nel piatto devono esserci, è una regola non scritta!)
– pepe (andrebbe pestato a mano e tostato in padella calda, ma se non avete quello in grani e volete saltare questo passaggio, vi perdoneremo)

Procedimento:

Mettete il guanciale a cuocere in una padella senza olio, il guanciale si cuocerà nel suo stesso grasso.

In una coppa (preferibilmente di coccio o di vetro) versate le 3 uova (3 tuorli e 1 albume), versate pecorino e parmigiano poco alla volta e sbattete con una forchetta o una frusta.

Mettete la coppa con le uova, pecorino e parmigiano a bagnomaria sull’acqua di cottura per qualche secondo e continuate a mescolare il composto (ATTENZIONE A NON FAR CUOCERE LE UOVA*); questa procedura vi aiuterà ad eliminare un po’ l’odore intenso dell’uovo.

Mentre il guanciale si cuoce aggiungete un bel po’ di pepe (non lesinate!). Nel frattempo il grasso del guanciale inizierà a diventare liquido. Prendete un cucchiaio e aggiungete un po’ di quel grasso al composto (non si butta via niente).

Quando la pasta è pronta, scolatela e mettetela nella padella con il guanciale, lasciando da parte un po’ di acqua di cottura.

Togliete dal fuoco e fate riposare la pasta e il guanciale nella padella a fuoco spento per 30 secondi.

Adesso versate il composto delle uova alla pasta e al guanciale e amalgamate bene. Versate un po’, ma davvero poca, acqua di cottura: l’amido presente vi aiuterà a creare una cremina dalla consistenza perfetta.

Impiattate e aggiungete altro pecorino a pioggia.

Buon appetito!

*NB: L’uovo inizia a cuocere superati i 60°C

Per completare il quadro, qualche nota sull’abbinamento di vini. In questo caso, il sommelier Nicola Didonna consiglia un Guiscardo, Falanghina I.G.P. Puglia, prodotto dalle cantine Coppi di Gioia del Colle, ed aggiunge queste parole

Carbonara chiama vino bianco, sempre o quasi! Questa volta non un bianco qualsiasi ma uno dove la freschezza, data dall’acidità, è imponente e necessaria a bilanciare la parte grassa (e meno male!) del piatto.

La Falanghina Guiscardo Coppi al naso presenta bellissime note agrumate e di frutta a polpa bianca ed in bocca, oltre al richiamo ai frutti sopra citati ha una freschezza accentuata oltre ad una sapidità davvero sorprendente. Cheers!