Cinema & carbonara sono legati a doppio filo… non solo per le infinite citazioni nelle pellicole italiane e non, non solo per quanto espresso nello short film Le Avventure di Mr Food e Mrs Wine, ma anche per…
La storia della carbonara che vi presentiamo questa volta inizia da lontano, dagli ultimi anni del secolo scorso. A Roma, alcuni ragazzi studiano all’Università, e realizzano cortometraggi. Teoria e pratica di quella che sarà per tutti i membri del gruppo la professione del futuro, ovvero ‘fare cinema’.
Da quei giorni sono passati più di vent’anni. I ragazzi di un tempo ora sono uomini, e professionisti affermati in ruoli diversi nel mondo della settima arte. Persone che si tengono in contatto costantemente, parlando delle reciproche esperienze di cinema, e magari ricordando anche i bei tempi andati, con i tanti incontri conviviali – nei locali pubblici prima, a casa di qualcuno poi – nei quali non mancava mai una buona carbonara.
Ancora oggi capita che uno del gruppo, per amicizia e passione carbonara, mandi una foto della ricetta del momento. Abbiamo già pubblicato qui le proposte di due membri di quella compagnie, Mario T e Antonio S, ed ora è la volta di un altro, Bernardo V. Che la carbonara, evidentemente, ce l’ha nel sangue: lo stesso Mario ricorda di averne assaggiata una da lui addirittura nel lontano 2001…
Ma veniamo a oggi, ed alla preparazione à-la-Bernardo’. Intanto iniziamo con il dire che gli ingredienti, per 3 commensali, prevedono mezzo chilo di pasta, 400 grammi di guanciale al pepe, 1 uovo intero + 2 tuorli, pecorino e un po’ di parmigiano.
Dunque, rispetto alla media, questo significa porzioni abbondanti e certo ricche di guanciale…
In quanto alla preparazione, lasciamo la parola direttamente al suo artefice.
“Tagliare a dadini/listarelle il guanciale, metterlo in una padella calda, senza olio, e farlo rosolare (io lo sfumo con goccio di vino bianco).
Sul bordo della pentola dell’acqua che bolle metto una zuppiera con le uova, sbattute con il pepe e con un paio di cucchiai di pecorino e un po’ di parmigiano reggiano. Quando il guanciale è cotto, prendo la metà del grasso che questo ha buttato fuori, e la aggiungo al mix uova-formaggio-pepe. A questo punto amalgamo tutto creando una crema, che si stempera col vapore dell’acqua che bolle.
Una volta scolata la pasta (personalmente, preferisco utilizzare le mezze maniche), la rovescio nella zuppiera, inizio a girare e aggiungo il guanciale, privato del restante grasso. Prima di servire, altro pepe e pecorino (quantità variabile in base ai gusti personali). Buon appetito e… ad maiora!”.
Bernardo ci ha anche segnalato il vino utilizzato per accompagnare il piatto. Si tratta di una bottiglia di Chardonnay 2019 prodotto dalla Cantina Kaltern, una cooperativa storica che rappresenta tutto il comune e i suoi produttori vitivinicoli e che costituisce un riferimento per i vini che nascono a ridosso del lago di Caldaro.
Interessante notare che, nella presentazione della bottiglia in oggetto, l’azienda segnala quanto segue : ‘(…) perché relegarlo all’ora dell’aperitivo? Il suo frutto succoso e l’infinita librante lunghezza lo rendono un compagno ideale dei pranzi con gli amici.’
Insomma, un accompagnamento perfetto per gli incontri conviviali del carbonauti, una scelta da tenere presente per il prossimo Carbonara Day in compagnia di amici e fan del nostro piatto preferito….