Le fake news sono pericolose e dannose, lo abbiamo sempre detto, ma a volte servono a ristabilire la verità. Sembra un paradosso, ma – come nel caso del “fake video” di cui vi parliamo – è proprio così…
Abbiamo già parlato (14 marzo us) della ‘questione-Ramsay’, ovvero dell’onda di critiche suscitate dalla presentazione di una carbonara firmata dal notissimo cuoco inglese. In realtà ci siamo limitati alla citazione della fase di domanda e risposta legata al fatto, proposta dal programma L’eredità. Un’ennesima testimonianza, comunque, di un interesse sempre altissimo per la nostra amata carbonara.
Ma torniamo all’oggetto del contendere. Di recente, molti amici del Carbonara Club ci hanno chiesto un parere relativo alla faccenda che ha visto protagonista il pluristellato, arcifamoso cuoco inglese. Qui di seguito troverete i fatti ed anche le (nostre, personalissime e certamente criticabili: siamo in democrazia) opinioni. E perdonate la lunghezza…
Dunque, Gordon Ramsay in effetti ha mostrato sui social un video (privo di audio e sottotitoli) della fase finale di mantecatura e impiattamento di una carbonara, accompagnato da poche parole, ‘The most amazing carbonara…’ (la carbonara più sorprendente o simili).
In effetti, a vederla così, di primo impatto, e in mancanza di ulteriori dettagli, la carbonara di Ramsay sembrerebbe per lo meno appetitosa, ma apriti cielo! Il nostro eroe invece ha ricevuto infinite critiche, da quelle pseudoscientifiche (‘perché ha usato questo ingrediente e non quello?’) a quelle definibili semplici offese (‘se ti beccano a Trastevere ti fanno nero di botte’) e via di questo passo o peggio.
Perché tutto questo livore nei confronti di Ramsay? Diciamo che il web, fra i suoi pro e i suoi contro, permette ad ognuno di dire la propria senza andare allo Speaker’s Corner a Londra. Il che produce ovviamente effetti diversi, e di certo non sempre positivi.
Nel caso in oggetto, visto il periodo, diciamo benevolmente che forse molti hanno voluto distrarsi ‘giocando’ a fare i critici, e vabbè: ognuno è libero di sprecare il proprio tempo come preferisce, anche se un po’ di modestia e di educazione da parte di chi commenta non stonerebbero in nessuna occasione.
Social o meno, nascono però spontanee alcune domande. Come si fa a criticare la riuscita di un piatto senza assaggiarlo? Anzi, come si può criticare una ricetta senza conoscere l’elenco degli ingredienti effettivamente usati dal cuoco (fra l’altro, il video era senza audio e senza indicazioni scritte)?
E perché, in ogni caso, offendere qualcuno che non ti ha fatto niente, che propone qualcosa – gratuitamente, anche se per farsi pubblicità – che puoi non apprezzare, ma che comunque non sei obbligato a vedere? E, infine, in generale, perché perdere tempo a sputare sentenze senza probabilmente averne titolo? In realtà, quanti critici (nei confronti degli altri) sanno effettivamente cucinare la carbonara? E quanti la sanno preparare davvero bene?
Tante domande senza risposte, o forse la risposta a tutte è arrivata a sorpresa, e spiega molte cose. Un fan del Carbonara Club infatti ci ha segnalato, qualche giorno dopo la crociata anti-Ramsay, una simpatica iniziativa a firma di un food blogger italiano, tal Lorenzo Biagiarelli.
Un nome che non conoscevamo, ma che ci è subito stato simpatico per l’iniziativa intrapresa.
Dunque, Biagiarelli ha fatto finta di aver girato un video sulla carbonara in un ristorante di Roma, e lo ha postato online, accompagnandolo con questo breve testo “Ogni volta che riguardo questo video che ho girato in uno dei ristoranti più celebri di Roma rimango ipnotizzato. Probabilmente, la carbonara più incredibile del mondo” (ricordiamo che Ramsay aveva scritto The most amazing carbonara… e l’ultima parte del commento di Biagiarelli in qualche modo lo cita, ulteriore presa in giro per i creduloni).
In realtà – indovinate un po’ – il filmato era quello originale di Ramsay (e dunque si è trattato di un fake video, si dirà così?)
Il food blogger ha segnalato di aver provveduto a gestire le impostazioni di FB per bloccare tutti i commenti che includessero le parole ‘Gordon’, ‘Ramsay’ e ‘Ramsey’ (una frequente storpiatura) e di aver poi aspettato di leggere i commenti. Il risultato? Tali espressioni – depurate da quelle di chi aveva riconosciuto la carbonara come quella by Ramsay – sono state in (grande) maggioranza positive…
Dunque, la carbonara originale di Ramsay è stata criticatissima (eufemismo) mentre quella di Biagiarelli (che è la stessa) è piaciuta. In altre parole, siamo di fronte a quello che lo stesso blogger (che poi ha correttamente svelato la natura di scherzo del suo post) ha definito un pregiudizio carbonaro, in base al quale tale piatto ‘non’ può essere preparato bene da un cuoco inglese, ad esempio.
Eppure, perché perdere tempo con i preconcetti? Meglio assaggiare e, se il risultato è positivo, godersi il piatto, chiunque lo abbia preparato.
Se poi ne volete sapere di più di pregiudizi, ed in particolare di pregiudizi legati alla carbonara in particolare, leggete quanto ha scritto lo storico Massimo Montanari nel libro di Laterza ‘Il pregiudizio universale’ (ne abbiamo parlato il 3 gennaio di quest’anno).
In conclusione, ai critici delle carbonare altrui, ai critici ‘senza patente’, senza qualifica nel settore specifico, ai critici tout court, agli scettici per principio, a chi crede che la terra sia piatta ed altre amenità del genere, in ogni caso, suggeriamo di leggere, documentarsi, studiare: c’è tanto da imparare, ed è bello ‘sapere’.
Al tempo stesso, a quelle stesse persone – mai come nei giorni terribili del Coronavirus – ricordiamo di non credere alle favole, ma alla scienza e agli scienziati. Malattie e guarigioni non sono materie da sciamani, maghi, sensitivi et similia, cioè imbroglioni. Fidarsi dei dottori – è davvero il caso di dire – fa bene!