Prima parte del film, intorno al minuto 20. Stiamo in un fantomatico ristorante All’abboffata dei Cesari. Qui, con i camerieri in costume da antichi romani e con il sottofondo musicale de La società dei magnaccioni, alcuni sedicenti ‘ricercatori’ di usi e costumi romani analizzano un rigatone con la lente di ingrandimento (!?).
Arriva il patron, tal ‘Nerone’: Allora, strangers, dite le verità: ‘sta carbonara è o non è la fine der monno?
Risponde un professore-ricercatore: Devo ancora terminare il mio esame, ma posso anticiparvi che il mangime di questi animali metropolitani è tale da stimolare il mio palato… anzi quasi quasi l’assaggio!
Poi Nerone prende altre ordinazioni ed entra in cucina, asserendo di cucinare con le proprie mani e di avere come squadra tutta la propria famiglia.
La cinepresa ora entra in interni e – anticipazione straordinaria di Steno – si vede chiaramente che in cucina più di un addetto è extracomunitario… c’è un certo Mustafà, si vede anche un cuoco giapponese…
Poi arriva un altro personaggio, un cuoco vagamente assomigliante a Eddie Murphy, che dice testualmente: Mannaggia a li pescetti! Nun me ricordo più se sulla carbonara ce va pancetta o coratella… con gli altri stranieri che, con il sottofondo di musica etnica simil africana, gli cantano in coro Scemo! Scemo! Scemo! Scemo!
Davvero una scena cult del mondo trash! E non è finita qui. Il meglio deve ancora venire…
Altro momento topico verso la fine del film, quando il vigile coprotagonista del film (Ninetto Davoli) viene invitato dalla dottoressa Abbot, una ricercatrice, a lasciare Roma e seguirla in America:
Spartaco, su sali (sull’elicottero, ndr), vieni via con noi…
Scusami darling, ma il mio posto è qui…
Ma, Spartaco, dimmi, cosa ti trattiene?
Eh, la carbonara…
Cosa?
Sì, la carbonara, li bucatini alla amatriciana, io me conosco, il posto mio è qui, ma se vengo da voi che me magno, i pop corne?
Per finire, il ricercatore dice alla collega, rimasta basita dalla risposta di Spartaco-Davoli: Venga via… mi dispiace, dr Abbott, non potrà mai piacere a quell’animale di Scorcioletti perché non è una carbonara…
Da segnalare che nel film c’è anche una curiosa storia a latere, nella quale un regista (dal look felliniano, con cappello e sciarpa) sembra avere la predisposizione sadica nel far replicare infinite volte uno spot per la pasta, con l’attore-degustatore (interpretato da Maurizio Ferrini) vicino all’esaurimento per la ‘grande abboffata’ di maccheroni…